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17 Marzo 2021

Parlare di congiura è eccessivo. È solo per evocare nel titolo un problema, in era di pandemia e di comunicazione associata al drammatico evento.

 

In generale assistiamo ad una sorta di decentramento decisionale o quanto meno di comunicazione, dove l’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) rimanda a valutazioni dell’EMA (Agenzia europea dei farmaci) e dove il ruolo dell’OMS (Organizzazione mondiale della sanità) interviene non in qualità di decisore ma di principale e riconosciuta istituzione mondiale in questo settore.

 

Il combinato disposto di queste tre autorevoli entità ed il loro modo del tutto spontaneo e non coordinato di comunicare si presta a letture diverse e talvolta contradditorie.

 

Chi resta nel mezzo è il lettore, il cittadino comune, che deve districarsi tra non pochi ostacoli. Chi ne risente è la campagna vaccinale, in preda alle comprensibili reazioni della popolazione che, a seconda dei giorni, è più o meno propensa a vaccinarsi.

 

L’ultima, di oggi, la addebitiamo all’OMS in relazione al caso AstraZeneca. “Per ora occorre continuare le somministrazioni” ha annunciato in un comunicato. Al momento i benefici superano i rischi – è scritto nella loro nota – e quindi si raccomanda di continuare nelle vaccinazioni”.

 

Poi una affermazione ancora più paradossale: “La vaccinazione contro il Covid-19 non riduce le malattie o i decessi da altre cause. Eventi tromboembolici avvengono frequentemente – aggiunge il comunicato- poiché è la terza malattia cardiovascolare più comune al mondo”.

 

Ora, se questa comunicazione fosse stata inviata soltanto ad EMA e AIFA, si tratterebbe di una comunicazione tecnica tra istituzioni preposte al presidio su decisioni rilevanti nel settore della sanità e della lotta alla pandemia.

 

Ma comunicare che “per ora” ci si può vaccinare e che i vaccini “non riducono” malattie o decessi da altre cause è, probabilmente, il modo migliore di comunicare nel modo peggiore. Si tratta certamente di una congiura, anche se involontaria.