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30 Marzo 2021

L’aggiudicazione, ancora non definitiva, della maggior parte delle dirette del campionato di calcio di Serie A da parte della piattaforma streaming DAZN e l’incertezza su chi potrà trasmettere le restanti partite, anch’esse a gara, pone SKY Italia di fronte ad una situazione del tutto nuova.

Dal 2003 ad oggi SKY ha segnato positivamente la storia televisiva del nostro sport nazionale, ha contribuito ad elevare il livello tecnico e giornalistico delle telecronache e delle rubriche collegate, ha raggiunto la vetta dei cinque milioni di abbonati soprattutto grazie al calcio.

Dalla prossima stagione calcistica cambierà tutto ed il ruolo di SKY Italia, almeno per la Serie A, sarà secondario, ammesso che riesca ad aggiudicarsi almeno alcune partite del campionato maggiore. Avrà comunque molti altri eventi di rilievo, a partire dalle 121 partite a stagione della Champions League nel triennio 2021-2024 senza sottovalutare le 282 partite a stagione dell’Europa League e quelle della nuova Europa Conference League sempre nel prossimo triennio.

Ma nulla sarà più come prima. La inevitabile riorganizzazione interna, causata dall’esito della gara indetta dalla Lega calcio, sarà inevitabile così come le scelte degli abbonati potrebbero influire negativamente sulla base degli utenti e sui pacchetti che sceglieranno.

SKY Italia non è solo calcio, è molte altre cose. E’ una tv pay lineare che offre un invidiabile mix di news, film, serie tv, documentari, animazione, intrattenimento e canali generalisti, semi-tematici e tematici di altri editori nazionali ed internazionali. Ma si sta anche trasformando in tv non lineare, almeno parzialmente, con una offerta on demand garantita dalla sua conversione alla fibra ed ai servizi aggiunti (molti) disponibili su SKY Q.

SKY ed il suo azionista COMCAST (il più grande operatore via cavo degli USA che è anche azionista di NBC Universal, una delle principali major di Hollywood) decideranno se e come investire altrimenti in Italia gli oltre 2,5 miliardi di euro “liberati” nel prossimo triennio dalla perdita del campionato.

Il se ed il come sono determinanti per il futuro di SKY in Italia e, molto probabilmente, la decisione sarà presa dall’azionista statunitense.

Investirà buona parte di questo risparmio “forzato” in prodotti premium quali film, serie ed intrattenimento per concentrare la propria sfida nel recuperare la forza straripante delle piattaforme on demand Netflix, Prime Video, Disney + oppure produrrà una strategia del tutto diversa riducendo drasticamente le risorse a disposizione della tv satellitare per gestire una graduale decrescita del business pay?

A questa domanda, oggi, nessuno saprà rispondere, neanche i diretti interessati.

L’auspicio è che SKY Italia possa diventare un validissimo concorrente delle piattaforme on demand puntando su quei contenuti originali che i produttori indipendenti italiani ed internazionali hanno saputo trasformare in opportunità e successi. Ma questa decisione sarà presa altrove e le incognite superano le certezze.